giovedì, aprile 28, 2011

Direttiva rimpatri e Bossi-Fini: la CGUE si pronunzia

La Corte di Lussemburgo risolve l'ipotesi di contrasto tra la direttiva rimpatri e il reato di inottemperanza all'ordine di espulsione previsto dalla normativa italiana sancendo l'incompatibilità della normativa italiana.

Secondo i giudici dell'Unione, nella sentenza in causa C-81/11 PPU:

"La direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 16 dicembre 2008, 2008/115/CE, recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare, in particolare i suoi artt. 15 e 16, deve essere interpretata nel senso che essa osta ad una normativa di uno Stato membro, come quella in discussione nel procedimento principale, che preveda l’irrogazione della pena della reclusione al cittadino di un paese terzo il cui soggiorno sia irregolare per la sola ragione che questi, in violazione di un ordine di lasciare entro un determinato termine il territorio di tale Stato, permane in detto territorio senza giustificato motivo".



mercoledì, aprile 06, 2011

Corte costituzionale su applicabilità CEDU

La Corte costituzionale in una importante pronuncia, la n. 80 del 2011, fa il punto circa il rapporto tra CEDU ed ordinamento interno, sostanzialmente sconfessando alcuni pronunciamenti della Giustizia amministrativa i quali militavano nel senso di una diretta applicabilità, nel senso della disapplicazione, delle norme contenute nella Convenzione sui diritti dell'uomo.
Secondo i giudici il diritto di provenienza Consiglio d'Europa non gode dello status del diritto UE quanto alla produzione di effetti nell'ordinamento interno non concentendo la non applicazione di norme interne in cpontrasto con le previsioni CEDU.

martedì, aprile 05, 2011

Lista Falciani, indagini e garanzie processuali: l'esempio parigino

La Corte d'appello di Parigi in una decisione dell'8 febbraio scorso ha dichiarato inutilizzabile la cosiddetta "Lista Falciani" che sta costituendo oggetto di indagine un pò in tutta Europa.
Si tratta di una lista di clienti del colosso bancario HSBC sottratta illegalmente e che le Procure di tutta Europa, Italia compresa (Roma, Milano e Napoli tra le altre) stanno utilizzando per delle indagini di carattere patrimoniale e valutario.
La Corte d'appello parigina però annulla quanto finora fatto dalla magistratura francese facendo decadere gli stessi risultati delle perquisizioni e dei sequestri autorizzati dalla magistratura sulla base di quel documento.
Il ragionamento del Tribunale della libertà parigino è semplice e richiama la nota treoria dell'"albero avvelenato".
Essendo la lista stata sottratta illegalmente e dunque illegalmente acquisita dalla magistratura tutti gli atti compiuti sulla base di quel documento sono da annullare.
Facile ritenere che non sarà la stessa cosa per la magistratura italiana abituata da tanto ad evitare tali "minuzie formalistiche" (basti pensare a quante indagini italiane traggono origine da esposti anonimi nonostante il preciso diviento inserito nel codice di rito).
Chi volesse la decisione dei giudici parigini la può richiedere a Dell'Europa e delle pene.