segreto professionale (legal privilege): il TPG fornisce la sua versione
E' di lunedi 17 settembre un'attesa pronunzia del Tribunale di primo grado (Akzo Nobel Chemicals, T-125/03).
I giudici comunitari si pronunciano sui limiti e sui contenuti del segreto professionale ovvero su quella serie di guarentigie previste a favore degli avvocati e che gli anglosassoni definiscono legal privilege.
Quest'anno il segreto professionale era stato già oggetto di un grand arret della Grande sezione della Corte, in occasione della questione portata a conoscenza dei giudici di Lussemburgo per opera della Cour d'arbitrage belga.
Nella sentenza del TPG i giudici stabiliscono, o meglio riaffermano, l'importante principio secondo il quale i legali d'impresa o meglio gli avvocati interni all'organizzazione aziendale non sono coperti da legal privilege e dunque non è coperta da segreto la corrispondenza interna anche quando indirizzata all'ufficio legale.
Di più i giudici si soffermano sulle ipotesi di conflitto circa il carattere confidenziale o meno dei documenti in contestazione.
Secondo i giudici alla Commissione non va riconosciuto nemmeno il diritto alla visione dei documenti - spingendo il limite ben al di là della utilizzazione dei documenti!
In caso di conflitto di punti di vista i documenti in questione vanno conservati in busta sigillata in attesa che il Tribunale si pronunci sul loro carattere confidenziale o meno.
Tale procedura appare al Tribunale la sola idonea a garantire un pieno diritto alla difesa della parte indagata contemperando al contempo anche le esigenze della Commissione di non veder vanificata la propria opera da invocazioni estemporanee ed infondate dei diritti fondamentali.
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