Trattato UE: le Camere penali chiedono la riforma costituzionale
L’Europa sia un arricchimento delle garanzie individuali e non determini una loro messa in pericolo. L’Europa rappresenta un valore da tutti riconosciuto ma occorrerebbe una riflessione più attenta della classe politica non soltanto sui benefici ma anche sui pericoli in materia di libertà fondamentali che potrebbe provocare un’adesione acritica a trattati sovranazionali. Questo il commento dei penalisti italiani in occasione della sottoscrizione, a Lisbona, del nuovo Trattato europeo. L’UCPI, l’associazione dei penalisti italiani che si batte da anni per la tutela dei diritti civili e delle libertà fondamentali, ha oggi preannunziato la trasmissione a tutte le forze parlamentari, per la prossima settimana, di una proposta di revisione costituzionale dell’art. 76 della carta fondamentale. Tanto, al fine di vedere sancita in Costituzione la inapplicabilità delle procedure della delega legislativa, in materia penale e di diritto processuale penale, delle norme che recepiscono decisioni assunte in ambito comunitario. In pratica, con la modifica richiesta, si supererebbe la pericolosa prassi oggi seguita di recepire nel nostro ordinamento giuridico direttive o altre decisioni comunitarie con delega legislativa del Governo, rendendo invece necessario il recepimento attraverso l’intervento e il voto esclusivo del Parlamento. Nei giorni scorsi l’UCPI aveva espresso forte preoccupazione per le conseguenze che deriveranno, anche sotto tale profilo, dalla sottoscrizione del Trattato Europeo per effetto della introduzione di norme che disciplinano la cooperazione giudiziaria penale, in particolare per quanto attiene alla mancanza di criteri di tipizzazione delle cd norme minime relative alla definizione dei reati e alle garanzie processuali riferibili ai diritti della persona e alla ammissibilità della prova. Con riguardo alle conseguenze dell’applicazione del Trattato, l’intervento del Parlamento nella fase di recepimento delle direttive europee rappresenterebbe una forma di verifica democratica tale da limitare i rischi di incrinatura dei principii costituzionali e dei diritti fondamentali che potrebbero provenire da disposizioni europee in materia penale, che cercano di conciliare “al ribasso” diverse legislazioni nazionali, determinando una regressione nella applicazione di principi fondamentali nei singoli ordinamenti nazionali. La Giunta dell’UCPI auspica che la scommessa europea consenta di mantenere inalterati gli standard dei valori di civiltà giuridica, segnalando il concreto pericolo che gli stessi siano resi inoperanti.
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