venerdì, settembre 25, 2009

Presentato a Madrid PenalNet

Nell’ambito del programma comunitario Giustizia Penale 2007-2013, il Consiglio Nazionale Forense, insieme alle avvocature della Spagna, Francia, Ungheria e Romania, ha lanciato nel luglio 2008 il Progetto PenalNet. Con PenalNet il CNF contribuirà a facilitare la cooperazione tra gli avvocati attraverso la creazione di una piattaforma tecnologica internazionale per garantire la sicurezza dello scambio di documenti e delle comunicazioni in questioni che rilevano aspetti transnazionali (per esempio nell’ambito del mandato di arresto europeo). Il Progetto muove dall’esigenza di garantire il segreto professionale, pilastro della tutela dei diritti del cittadino-cliente, al fine di permettere un sistema sicuro di scambio immediato delle informazioni nell’ambito dei casi transnazionali. Magistrati, avvocati e polizia lavorano da anni attraverso le istituzioni comunitarie, EUROJUST e EUROPOL.


Esiste oggi un bisogno concreto di coordinamento tra avvocati penalisti – coordinamento necessario per garantire la difesa e il principio del contraddittorio. Con il Progetto PenalNet si crea l’infrastruttura necessaria per mettere in pratica tale coordinamento nel rispetto del diritto comunitario e dell’obbligo di segretezza e sicurezza delle comunicazioni. Si tratta si un meccanismo informatico ad alta sicurezza che garantisce l’identità dell’interlocutore autorizzato e la sicurezza dello scambio di informazioni e/o documentazione – che non potranno essere modificate o rifiutate – questo anche grazie allo strumento della firma elettronica. Ciascun Partner del Progetto PenalNet, tra cui il CNF, sarà responsabile del processo selettivo dei 300 avvocati penalisti che beneficeranno della Smart Card PenalNet e della relativa formazione per tutto il periodo pilota (fino al 2010 circa).

mercoledì, settembre 09, 2009

CGCE e scommesse on line

La Corte di giustizia ritorna sulla legittimità delle scommesse on line offerte da provider di servizi legalmente stabiliti in uno Stato membro diverso da quello di prestazione ma questa volta ritiene le limitazioni nazionali legitime sulla base di uno stringente test di proporzionalità.
Il risultato getta però qualche ombra sulla capacità della Repubblica italiana di difendere correttamente i prorpi interessi e di rappresnetare a livello di giurisdizione comunitaria le proprie posizioni, in quanto questioni non dissimili da quelle offerte dalla difesa portoghese erano state avanzate anche nelle numeros ecause "italiane" intervenute sull'argomento.