lunedì, maggio 31, 2010

La disciplina delle scommesse ancora dinanzi al giudice dell'UE

Ancora un rinvio pregiudiziale del Giudice italiano alla Corte di giustizia in materia di raccolta delle scommesse. Il rinvio è stato effettuato dalla Corte di Cassazione anche alla luce della nuova giurisprudenza della Corte di Lussembuirgo che sembra aver assunto posizioni di maggiore apertura nei confronti degli Stati membri a seguto la decisione che ha riguardato al disciplina portoghese.

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(Causa C-77/10)

Giudice del rinvio : Corte Suprema di Cassazione


Parti nella causa principale

Ricorrente: Ugo Cifone

Questioni pregiudiziali:

"Quale sia l'interpretazione degli artt. 43 e 49 del Trattato istitutivo dell'Unione Europea con riferimento alle libertà di stabilimento e di prestazione dei servizi nel settore delle scommesse su eventi sportivi al fine di stabilire se le citate disposizioni del Trattato consentano o meno una disciplina nazionale che stabilisca un regime di monopolio in favore dello Stato ed un sistema di concessioni e di autorizzazioni che, all'interno di un numero determinato di concessioni, preveda: a) l'esistenza di un indirizzo generale di tutela dei titolari di concessioni rilasciate in epoca anteriore sulla base di una procedura che illegittimamente ha escluso una parte degli operatori; b) la presenza di disposizioni che garantiscono di fatto il mantenimento delle posizioni commerciali acquisite al termine di una procedura che illegittimamente ha escluso una parte degli operatori (come ad esempio il divieto per i nuovi concessionari di collocare i loro sportelli al di sotto di una determinata distanza da quelli già esistenti); c) la fissazione di ipotesi di decadenza della concessione e di incameramento di cauzioni di entità molto elevata, tra le quali l'ipotesi che il concessionario gestisca direttamente o indirettamente attività transfrontaliere di gioco assimilabili a quelle oggetto della concessione".

giovedì, maggio 20, 2010

Basi certe per bloccare l'esecuzione del MAE

Il timore di un pregiudizio religioso non blocca la consegna del reo all'estero. In tema di mandato di arresto europeo, infatti, la situazione di possibile pregiudizio per la persona di cui è richiesta la consegna, deve avere base oggettiva. A sostenerlo la Cassazione, sezione VI penale, con la sentenza n. 17280/10.